Race Imboden: «È importante parlare e farlo per chi non ha voce»

Il fiorettista statunitense racconta obiettivi, valori, passioni ed idee.

 

Passione incontrastata per la scherma, amore per la musica, un lavoro da modello e il desiderio di esprimere pubblicamente idee e valori, anche politici.
Alle soglie della qualificazione Olimpica Race Imboden cambia maestro e inizia ad allenarsi in Europa con un team italiano formato da Stefano Cerioni e Maurizio Zomparelli, il fiorettista mi raggiunge nella sala stampa dello stade de Coubertin, durante i gironi del Challenge International de Paris, con un sorriso gentile. L’intervista al numero uno del ranking internazionale.

Iniziamo con i tuoi obiettivi per la stagione
L’anno scorso ho terminato la stagione come terzo al mondo, quest’anno vorrei salire nel ranking e anche fare bene in ogni singola competizione ma soprattutto alla fine dell’anno quando inizieranno le qualifiche per le Olimpiadi e bisognerà concentrarsi veramente su eventi importanti come i Mondiali e le Olimpiadi.

E per la squadra?
Dovremmo concentrarci sui Mondiali quest’anno, vogliamo davvero sfruttare al meglio gli eventi importanti. Nella stagione passata abbiamo vinto tutto ma poi abbiamo perso il titolo Mondiale e ora lo vogliamo.

L’anno scorso ti sei inginocchiato sul podio durante l’inno, un gesto di protesta rivolto per la prima volta dall’ex giocatore di NFL Colin Kaepernick contro le politiche definite razziste di Donald Trump. Quale pensi che sia il ruolo della politica nello sport?
Penso che sport e politica vadano mano nella mano, abbiamo avuto molti atleti influenti in politica, soprattutto in America, penso ad esempio a Muhammad Ali o LeBron James ora, ma credo che sia importante avere dei valori e tenerli saldi. Io penso che tutto questo in futuro verrà considerato negativamente quindi è importante per me mostrare quello che penso, ma al contempo capisco anche che non sia necessario per tutti. Mi riferivo in particolare al mio paese perché penso che fosse un gesto potente visto quello che sta succedendo al momento, è importante parlare e farlo anche per chi non ha voce.

Foto: Bizzi

Ti sei anche espresso sulla situazione della maternità per le schermitrici. Cosa pensi della condizione femminile nella scherma?
In realtà le sportive in generale hanno delle difficoltà perché hanno due ruoli. Gli uomini sono fortunati perché hanno solo il ruolo di atleti, noi non abbiamo la pressione di essere dei padri, magari siamo padri a casa ma una volta lasciata siamo agonisti, siamo atleti. Al contrario atlete come Serena Williams o anche Mariel Zagunis, sono agoniste ma sono prima madri, e dovunque vadano devono prima essere madri e poi atlete. Penso che ci sia molta pressione e che manchino regole per supportarle, che invece dovrebbero esserci per le donne che sono estremamente talentuose e decidono di avere figli. Non ho una buona soluzione, sfortunatamente, ma vorrei parlarne e dire che c’è qualcosa che non va e sicuramente la situazione può essere migliorata. Alcune di queste atlete sono modelli per me, come la mia ragazza che è una schermitrice (Ysaora Thibus, ndr) e non vorrei mai che le capitasse. Assolutamente è molto più difficile per loro che per noi e credo che sia iniquo.

Recentemente hai cambiato Maestro e ora lavori con Stefano Cerioni
Sì lavoro con Cerioni e finora è stato incredibile avere qualcuno così dedito a me e allo sport. È veramente devoto alla scherma, quando vado a prenderlo per allenarci a L.A. lo trovo che guarda video di scherma, e gli dico «dai, fai una pausa» (ride, ndr) ma adoro questa cosa. È veramente una bella persona, l’ho sempre visto dall’altra parte della pedana quindi il suo personaggio era per me sempre quello dell’avversario, ma ora che è accanto a me capisco come mai abbia portato successi alle altre nazioni. Conosce benissimo la scherma, combatte col cuore per tutti i suoi atleti e ora che lavoriamo insieme lo rispetto più di prima, e mi sento fortunato. In realtà è un ottimo team, mi alleno con Cerioni, Maurizio Zomparelli, e poi la mia ragazza Ysaora Thibus, siamo una sorta di squadra. Passiamo molto tempo in Europa, allenandoci in Italia e in Francia.

Com’è stata la tua esperienza a Jesi che è un club storico?
Sono un vero fan della scherma, quindi conoscevo Jesi da tempo, ovviamente per via delle schermitrici. Tirare in Italia è sempre il massimo perché ci sono scuole incredibili e una storia incredibile, quindi si può andare in un club e stare lì con un campione Olimpico. Parlare con Valentina Vezzali è stata un’esperienza bellissima, molto intensa, anche la competizione lì  è intensa, il potere che ha questa nazione nella scherma è straordinario. Poter fare lezione lì con Stefano Cerioni è stato ancora più speciale, e comunque sono stati tutti molto accoglienti, molto gentili, c’è un’atmosfera competitiva ma in un modo positivo.

Foto: Bizzi

So che ami la musica e che lavori come modello
Sì, la scherma è la prima cosa, niente la precede. Quando ho un po’ di tempo o qualche settimana in cui mi alleno e basta, faccio qualche lavoro come modello soprattutto per i soldi, non la chiamerei necessariamente una passione. Ho sempre amato la musica, e quando ero più giovane e senza soldi facevo il dj, questa cosa la sanno tutti ormai, non so come (ride, ndr). Comunque ascolto sempre musica, avevo le cuffie quando sono arrivato qui, e porto le mie casse ovunque. La musica aggiunge colore, tutte le memorie che ho sono con la musica e diversi pezzi mi ricordano cose diverse.

So che normalmente è difficile rispondere, ma hai un artista preferito?
No, non ho un preferito in assoluto, ci sono molti artisti che mi piacciono, sono cresciuto ascoltando i dischi di mio padre, i Beatles, e album rock e punk. Poi quando ero ancora abbastanza piccolo ho scoperto i Gorillaz e amavo come mischiavano hip hop e new age. Ho vissuto a Brooklyn e quindi ho ascoltato moltissimo hip hop, ora in Francia stavo ascoltando questa artista che si chiama Angèle, fa indie pop, è fantastica, dovreste ascoltarla!

Twitter: @Ariariasally

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Fotografia Augusto Bizzi