Le fiorettiste francesi: «Bello sognare insieme»

Le parole delle francesi all’inizio della prova a squadre ai Campionati Mondiali di Budapest

 

La squadra di fioretto femminile non è mai scesa dal podio in questa stagione. Ysaora Thibus, Pauline Ranvier, Anita Blaze e ora Solène Butruille ci raccontano come si costruisce una squadra vincente, le loro speranza e i loro sogni nell’anno della qualificazione Olimpica.

Avete vinto tre eventi di Coppa del Mondo di fila all’inizio della stagione e il terzo posto è stato il risultato peggiore che abbiate ottenuto

Ranvier – Questo dimostra che siamo state capaci di vincere tre prove di fila anche se c’erano sempre maggiori aspettative. Abbiamo dimostrato che nonostante le difficoltà, qualsiasi squadra fosse contro di noi noi siamo riuscite a vincere, anche quando c’erano grandi aspettative come alla Coppa del Mondo in casa.

Come si riesce a costruire una squadra vincente in uno sport individuale come la scherma? 

Thibus – È vero che è uno sport individuale. In allenamento cerchiamo di migliorare individualmente e costruire uno spirito di squadra è completamente un altro processo. Lo abbiamo costruito negli anni, è molto tempo che ci alleniamo insieme, che evolviamo insieme e dunque non è una cosa successa in un giorno. Abbiamo imparato, penso, a riuscire ad essere la versione migliore di noi stesse per la squadra e questo non equivale per forza ad essere la migliore in assoluto durante la giornata. Equivale piuttosto a permettere che alle altre di esprimersi al meglio e di esprimere se stesse, di essere libere di donare il meglio alla squadra. Per questo è veramente tutto un altro processo rispetto alla competizione individuale.

Blaze – Spesso mi hanno detto che sono più forte in squadra che all’individuale perché tiro anche per le ragazze. La squadra è una cosa che abbiamo costruito e continuiamo a costruire in vista di Tokyo.

È una stagione importante per la qualifica Olimpica, qual è l’obiettivo? 

Ranvier – In un primo momento ovviamente l’obiettivo è qualificarci, per il resto abbiamo vinto tre volte di seguito in questa stagione e ci abbiamo preso seriamente gusto. Abbiamo provato a noi stesse che possiamo farcela con qualunque squadra e abbiamo voglia di continuare. Speriamo di qualificarci con serenità per poterci concentrare sulla prestazione e poi chiaramente cercare una medaglia Olimpica.

C’è un leader nella squadra?

Ranvier – La leader è Ysa, è lei che ci gestisce e che ci aiuta a tirare fuori il meglio di noi, e spinge ciascuna a collaborare. Lei ci riunisce prima di un assalto per ricordarci cosa bisogna fare e cosa no,  e di concentrarci sull’essenziale.

Thibus – Prima cercavo di mettere più stoccate possibili e pensavo che bastasse, ma non basta. E quindi io stessa ho imparato a comunicare di più con le altre perché si sentano a loro agio e poi perché possano dare il meglio di loro stesse. Finché non mettiamo l’ultima stoccata, non molliamo. Penso che abbiamo imparato a credere in noi stesse e a sostenerci qualsiasi cosa succeda fino all’ultima stoccata. Anche quando siamo in svantaggio, ci crediamo più di prima, c’è un’energia, una dinamica che cerchiamo tutte di instaurare. Per me è veramente una bella esperienza essere in questa squadra perché in qualche modo ne ho osservato la crescita e ci sono ancora molte cose e molto lavoro da fare. Ma in questo processo vogliamo davvero progredire e farcela, abbiamo dei begli obiettivi e dei bei sogni insieme. È bello sognare insieme.

Pensate che la scherma si stia allargando ad altri paesi?

Ranvier – Sì, si mondializza. Da qualche tempo vediamo progredire squadre un po’ più piccole come il Giappone o la Cina, acquisiscono sicurezza, cambiano allenatori.  C’è una vera mondializzazione anche se poi è anche tutto molto concentrato su una decina di squadre.

Thibus –  Penso che la crescita dello sport in tutte le nazioni è importante, dimostra che sono visibili non solo durante i Giochi Olimpici. Quando ci sono degli eventi di Coppa del Mondo, ad esempio quello di fioretto maschile a Tokyo, c’è molto pubblico, che porta altro pubblico, e c’è maggiore attenzione dai media, è importante che questo sport si sviluppi. Credo che al momento la scherma resti uno sport abbastanza tradizionale ma spero che possa diventare più moderno e che che possa attirare più persone e così mostrare che non esiste solo alle Olimpiadi.

Pensate che il processo di mondializzazione possa aiutare a renderlo meno elitario?

Thibus – In paesi come gli Stati Uniti c’è una parte dedicata agli atleti di livello più alto ma poi anche delle fondazioni che aiutano alcuni atleti e quindi è aperta a più persone. Ci sono anche altre piccole nazioni in cui stanno emergendo alcune individualità, come la Tunisia. Nella Guadalupe è aperta a tutti, e questo rende diversa l’immagine che si ha della scherma anche in Francia, credo, mostra che non è per forza solo per famiglie ricche, agiate e che si possa fare solo in Europa. Inoltre questo cambiamento modifica il gioco. Gli asiatici portano un’altra immagine della scherma, un po’ più rapida, dinamica e fisica. Lo sport anche cambia.

Avete vinto una medaglia d’argento agli Europei

Ranvier – Siamo contente di questa medaglia ma anche un po’ frustrate perché volevamo vincere in finale. Avevamo già battuto questa formazione russa e quel giorno ci ha messo più in difficoltà di quanto noi abbiamo fatto con loro. Ma il lato positivo è che abbiamo voglia di rifarci e ci prepariamo ai Campionati Mondiali.

Blaze – È iniziata bene,  alla prima prova valida per la qualifica seconde, ancora seconde all’Europeo, dobbiamo lavorare e lavorare ancora.

Butruille – Per me è stato il primo Campionato Assoluto con la squadra, mi piaciuta molto l’atmosfera e sono felicissima di aver fatto parte di questa squadra e spero che vinceremo ancora.

Twitter: @Ariariasally

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Fotografia Bizzi Team