Ve la cambio io la spada

Passività, minuti in meno. La spada continua a vivere anni tribolati, alla ricerca di una formula che la renda più spettacolare. Finora i risultati non sono stati dei migliori, e le ultime possibili innovazioni hanno incontrato resistenze. Sandro Cuomo, il ct dell’Italia, ha la sua idea per cambiare l’arma, e ne ha parlato con Pianeta Scherma.

Ridurre a sei minuti la durata degli assalti. Un’idea intelligente?
Credo che la riduzione del tempo nella spada sia una pessima trovata nel vano tentativo di costringere i tiratori a combattere, sicuramente partorita da chi non ha mai impugnato l’arma triangolare e non ne conosce le dinamiche.

In che senso?
Il risultato prevedibile di questa soluzione sarebbe una semplice riduzione della durata, ma la dinamica e lo spettacolo rimarrebbero invariate. Comunque i primi 40 secondi saranno impiegati per calibrare tempi e misura; comunque si arriverebbe all’ultima frazione (o frazionista) a giocarsi il match negli ultimi secondi.

Allora quale sarebbe la soluzione?
Dal 2000 circa applico una formula di allenamento con i miei atleti con priorità alternata a 30″, vale a dire un po’ come si fa nel basket o nella pallanuoto: si è obbligati a tirare il punto entro un lasso di tempo, pena stoccata di penalità. La soluzione è molto semplice, ma bisognerebbe essere disposti ad abbandonare completamente i retaggi del passato, cambiando radicalmente mentalità.

Cosa cambierebbe?
Di sicuro ne trarrebbe beneficio lo spettacolo, in quanto i tiratori sarebbero costretti a tirare il colpo in tempi ragionevoli. Ne gioverebbe anche la completezza tecnica, dal momento che non sarebbe più possibile arroccarsi in difesa ed aspettare che l’altro si assuma i maggiori rischi. Il risultato sarebbe una spada più veloce, tecnicamente più spettacolare ed i match finirebbero tutti a 15 nei tempi prefissati.

Un cambiamento piuttosto radicale. Potrebbe passare?
Forse si. Vedo che la Fie sta disperatamente cercando una soluzione, ma la cerca nella direzione sbagliata. Se continua con queste logiche della passività, o della riduzione dei tempi, arriveremo a breve a giocarci una sola stoccata come nel Pentathlon.

 E gli atleti? Potrebbero gradire questa “nuova” spada?
Io uso molto questa formula agli allenamenti. Tutti la trovano interessante e utile, ma per allenarsi a gestire l’iniziativa. Proporla come una soluzione regolamentare è una scelta ardita, e ci vorrebbe coraggio.
Forse 30 secondi sono pochi per costruire una stoccata. La spada è comunque un’arma molto tattica. 
È un’ipotesi, potrebbero essere 40. Ma vedo che 30 secondi sono un tempo sufficiente a preparare bene un colpo. Noi ripetiamo l‘esercizio lo ripetiamo anche con 20 e 15 secondi, ma li comincia a diventare davvero una corsa.

E le federazioni che ne pensano?
Ne ho parlato in confederazione Europea quando ero in giunta, l’idea piacque, ma per il presidente dell’epoca non era una priorità. Potrebbe rientrare tra le ipotesi da valutare, ma ancora non c’è un orientamento chiaro sul tema.

 Invece si è optato per la passività, che forse ha peggiorato la spada. Specialmente nelle prove a squadre.
Sono d’accordo, prima era meglio. Oggi la gara a squadre è diventato un assalto individuale tra i due in chiusura. La passività non sempre viene ben gestita degli arbitri. Bisogna costringere a tirare e la priorità è l’unico strumento per farlo. Funziona. Non più tempi da 3 minuti ma una pausa a otto stoccate, come nella sciabola. 
Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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