Daniele Garozzo: «Finalmente il mio acuto»

Dopo l’argento europeo, l’oro agli Assoluti. Il fiorettista acese racconta il suo momento a Pianeta Scherma.

A 23 anni da compiere, sei giorni dopo essersi preso un bellissimo bronzo Europeo a Montreux, si è confermato con il suo primo titolo di campione italiano assoluto. Daniele Garozzo non è più il ragazzino che nel 2008, nella sua Acireale, vinceva il campionato mondiale Cadetti. Il talento è rimasto, anzi, aumentato, così come la consapevolezza de suo potenziale e la personalità. Questo che si concluderà con i Mondiali di Mosca, e che porta alle Olimpiadi di Rio 2016, è stato l’anno della svolta, e a Torino è arrivata anche la vittoria che aspettava.

Ci tenevi tanto, si è visto da come hai esultato.
È verissimo. Ci tenevo tanto perché quest’anno ho fatto tantissimi bei piazzamenti ed è stata finora una stagione fantastica, ma mi mancava l’acuto in una gara importante e mi pesava. Questa gara era importante per me.

Oggi hai vissuto momenti difficili nella semifinale con Simoncelli e in finale con Luperi. Come li hai affrontati?
Sono due atleti forti, compagni e amici davvero in gamba. Ero preparato a quei match, sapevo che potevo anche trovarmi sotto e ho cercato di fare le cose che volevo io e alla lunga sono riuscito a imporre la mia scherma. Ho fatto due assalti veramente buoni.

Con Luperi avevi già idea di come tirare, visto che sei giorni fa l’hai affrontato e battuto nella semifinale di Montreux?
Ogni assalto fa storia a sé. Sapevo che non sarebbe stato per niente semplice. Mi ha battuto tante volte, siamo migliore amici e tiriamo insieme da quando abbiamo 14 anni. Tante volte mi ha eliminato lui, tante volte io. In questo momento, probabilmente, sono più in forma io e ho prevalso.

Un urlo che ti sei tenuto dentro qualche giorno. Magari pensavi di tirarlo fuori nella finale di Montreux con Cassarà. Hai conquistato un argento al tuo primo Europeo ma sul podio ti abbiamo visto triste.
Vero. Ero triste e rammaricato. Reputo Cassarà il più forte del mondo da diversi anni, ma questo non alleviava il dolore della sconfitta.Ero lì per vincere ma non ci sono riuscito. Questa era la gara giusta per riscattarmi e dimostrare che anche io sono in grado di vincere.

L’acuto di cui parlavi è arrivato prima di quello di tuo fratello Enrico… L’hai bruciato.
Beh, nemmeno io ho mai vinto una gara internazionale. Mi auguro che ne faremo tante entrambi. Siamo ciascuno il primo tifoso dell’altro, tra noi non c’è rivalità, solo amicizia.

I risultati importanti li avevi già fatti: un bronzo agli Assoluti a Trieste, buoni risultati in Coppa. Ma quest’anno hai accelerato con decisione. Cosa è successo?
Puntavo su questa stagione. Tra gli under non avevo vinto tutto ma avevo vinto tanto, compreso un Mondiale Cadetti. Tra gli assoluti si tira un’altra scherma e bisogna abituarsi. Il primo anno ho fatto una finale all’ultima gara del’anno, il secondo una finale alla prima gara dell’anno e forse un po’ sovraccaricato da quelle speranze di entrare in squadra era andata male tutta la stagione, poi ho fatto un 16 all’ultima. Quest’anno mi sono lasciato tutto alle spalle, ho deciso di tirare libero, ho fatto un buon lavoro con la psicologa sportiva e credo di essere riuscito a esprimere al meglio la mia scherma durante tutta la stagione.

All’inizio della stagione ti si sono aperte le porte della squadra grazie agli impegni televisivi di Valerio Aspromonte. Ha quel punto ti sei detto che era la tua chance e l’hai sfruttata. Ora i risultati hanno dimostrato che puntare su di te era la cosa giusta.
Devo ringraziare il ct Andrea Cipressa che mi ha dato fiducia da subito, mi ha fatto capire che tra me e i numeri 1 al mondo non c’era poi tutta questa differenza. Anzi, lui diceva che probabilmente ero più forte io. Ho cominciato a crederci e sono venute fuori belle cose.

Adesso c’è un obiettivo immediato che è Mosca, poi uno tra un anno da raggiungere tutti insieme con la squadra e, magari, rientrare tra i tre che faranno l’individuale. Ci pensi?
Sì, ci penso. Non è che non ne parli per scaramanzia, non sono scaramantico. Ho costruito quello che sto facendo adesso lavorando giorno per giorno e pensando sempre alla gara successiva, che sia una Open o Coppa del Mondo, allo stesso modo. Col massimo impegno per arrivare all’appuntamento come il miglior atleta che posso essere.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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