Il sogno infranto

La Russia vince la prova a squadre di sciabola femminile, seconda la Francia. Terza l’Ucraina. Solo sesta l’Italia.

 

Una sceneggiatura pressochè perfetta, a cui è mancato solo il lieto fine. Questa la gara di oggi delle ragazze francesi, fermatesi a due sole, maledette stoccate dalla gloria continentale. La cartolina della serata è tutta nella disperazione di Charlotte Lembach, che vede svanire nel modo più crudele una medaglia d’oro che si era costruita assieme a una grintosissima Cecilia Berder e a una Saoussen Boudiaf in versione extra lusso. Sul podio ci sale anche la giovane Manon Brunet, inutilizzata oggi ma sui cui talento c’è da scommettere. Festeggia la Russia (Ekaterina Dyachenko, Yana Egorian, Dina Galiakbarova e Sofya Velikaya), che fa il tris dopo i successi di Legnano e Zagabria, mentre al terzo posto ci sale l’Ucraina, che nella finalina batte l’Ungheria.

La finale è di quelle che non ti aspetti, o perlomeno in parte. Perché, se sulla solidità del quartetto russo c’erano pochi dubbi, la sorpresa di giornata è arrivata dalla transalpine. Toniche, letali, ma soprattutto indiavolate, spinte dal tifo chiassoso – fin troppo a volte, tanto da indurre lo spekaer a intervenire – dei tantissimi bambini che anche oggi hanno riempito le tribune della Hall Rhénus.  Berder e compagne non hanno dapprima concesso scampo  alle nostre azzurre (45-40), quindi hanno asfaltato 45-30 l’Ucraina. O, per meglio dire, Olga Kharlan. Dalle altre, pochi segnali di vita. E lo sguardo con cui Olga fulmina le compagne al termine del complicato assalto di quarti di finale contro la Spagna vale più di mille parole: Pundyk, Voronina e Zhovnir qualche cena alla capitana dovrebbero offrirla per farsi perdonare…

Con queste premesse, era pressoché scontato l’esito della semifinale e il punteggio rispecchia perfettamente i valori in campo. L’atto finale invece è un thriller meraviglioso, come solo una prova a squadre di sciabola può essere. Un’altalena unica di emozioni, un assalto giocato punto a punto, stoccata su stoccata. A proposito di cene da offrire: la Russia ringrazierà certamente Yana Egorian – spettacolare la sua prova – che tiene letteralmente a galla le sue compagne. Perché dall’altra parte Cecilia Berder schiva i fendenti a fondo pedana come Keanu Reeves le pallottole in “Matrix” , e poi piazza letali rimesse; Saoussen Boudiaf dà lezioni di uscita in tempo, mentre Charlotte Lembach sembra volare sospinta dal suo pubblico.  Si gioca tutto all’ultima frazione: Ekaterina Dyachenko prova ad allungare, Lembach rintuzza e sorpassa fino al 43-41. È a quel punto, quando ormai lo striscione del traguardo è vicino, che le gambe si fanno rigide e la sciabola sembra pesare una tonnellata. Leggerissima invece quella della Dyachenko, che punto dopo punto recupera e mette la freccia. Vince la Russia, ma il palazzetto è tutto in piedi per quattro ragazze che oggi han tirato divinamente fino a due stoccate dal traguardo.

L’Italia invece chiude al sesto posto: sfortunate le ragazze si Sirovich nel venir accoppiate alle padrone di casa. Avversarie che di norma vengono battute, ma che oggi erano un cliente da trovare il più in là possibile. Eppure le nostre Ilaria Bianco, Rossella Gregorio, Lucrezia Sinigaglia e Irene Vecchi erano lì lì, arrivando all’ultima frazione con il punteggio fissato sul 40-39 Francia. Purtroppo è mancata proprio Irene Vecchi, che ha preso un cattivo parziale consentendo alla francesi il passaggio in semifinale. La vittoria con la Spagna (45-33) e la successiva sconfitta contro la Polonia (45-44) relegano le azzurre a un sesto posto che lascia veramente tanto amaro in bocca.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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