Il segreto per vincere? Il gruppo

La spada femminile lo sta dimostrando. Quella maschile ci deve provare. Per essere competitivi a squadre bisogna star bene insieme.

 

La settima volta è stata quella buona. Finalmente, dopo quattro terzi posti e due secondi, le ragazze della spada azzurra sono potute tornare a osservare tutte le avversarie dall’alto verso il basso a quattro anni di distanza dall’ultima volta. Dalla Romania di quella Ana Maria Branza che spesso era stata indigesta, a una Russia che ora non è più prima nel ranking, perché davanti a tutte, nella spada femminile, c’è l’Italia.

La vittoria di Buenos Aires ha un sapore speciale, perché è il frutto di un duro lavoro e di una progressione irresistibile. Un anno fa sarebbe stato impensabile vedersi davanti alle altre nazioni, alla Romania, alla Russia, alla Cina, forse pure all’Estonia. Le cose non andavano benissimo, tutt’altro. Poi la svolta è arrivata con il terzo posto di Rio de Janeiro, a cui hanno fatto seguito i bronzi agli Europei di Strasburgo e ai Mondiali di Kazan. Da quel momento in poi, Bianca Del Carretto, Rossella Fiamingo, Mara Navarria e Francesca Quondamcarlo non sono più scese dal podio.

Che la vittoria sarebbe arrivata lo sapevamo. Era solo questione di tempo. I due secondi posti conquistati a Xuzhou e Barcellona erano sintomatici dei continui miglioramenti di un quartetto che non sembra avere difetti. Ognuna ha le sue caratteristiche, diverse da quelle delle altre, e tutte sono risorse fondamentali sotto il profilo tecnico e tattico. Che non esista una vera e propria gerarchia nella squadra è stato testimoniato anche dal ‘turnover’ effettuato dai tecnici in Argentina. Tutte e quattro hanno tirato, nessuna di loro ha sbagliato.

Il segreto, sarà banale dirlo, è il gruppo. La sera prima della gara, dopo un’individuale andata così così, le quattro azzurre erano riunite nella stessa camera per seguire la finale del Festival di Sanremo (tranquilli, nessuna notte in bianco, le 4 ore di fuso orario hanno permesso comunque di andare a dormire in orario da atlete). E a mettersi lo smalto rosa sulle unghie. Un vezzo? Una vanità? Ma quando mai… Rossella Fiamingo va matta per quel colore, le altre no. È stata lei a chiedere di farlo, e le altre l’hanno fatto. Non per sembrare più belle, ma per sentirsi più unite.

E se le ragazze si godono il loro momento magico, i maschi provano a ricostruire sulle macerie. A Vancouver Sandro Cuomo ha deciso di cambiare: fuori Lorenzo Bruttini e dentro Andrea Santarelli. Una scelta tecnica, per dare al gruppo qualcosa che mancava. Per ora è arrivato un quarto di finale, perso contro la Svizzera. Non basta, serve di più, ma è un piccolo passo avanti rispetto ai decimi posti di Heidenheim e Tallinn. Ogni guarigione comincia con la convalescenza.

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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