Una garanzia chiamata Rossella

La  Gregorio centra il podio all’esordio stagionale di Coppa del Mondo a Caracas. Per lei stop in semifinale e terzo posto. Vince Mariel Zagunis sulla sorpresa coreana Jyjeon Seo. Primo podio per Manon Brunet.

 

La notizia, quella vera, è che dopo dieci gare non si legge il nome di Sofya Velikaya fra quelli che compongono il podio. La gara di Caracas porta una ventata di nuovo sulla sciabola femminile, grazie ai volti freschi della coreana Jiyeon Seo – l’avevamo detto, quando è tempo di semina olimpica, gli asiatici (in questo caso, le asiatiche) diventano clienti assolutamente pericolosi – e della ventenne francese Manon Brunet, che dopo aver fatto vedere grandi cose nelle gare a squadre diventando inamovibile nel quartetto transalpino, brilla finalmente di luce propria, strappando un terzo posto da applausi, impreziosito fra l’altro dalla vittoria ai danni di Ekaterina Dyachenko.

Nella notte – italiana – dei volti nuovi, però, la sciabola femminile si ancora alle sue certezze: la prima si chiama Mariel Zagunis, che torna sul gradino del podio di una tappa di Coppa del Mondo (15-8 la finale sulla Seo) a un anno e mezzo di distanza dall’ultima volta, datata maggio 2014, allorché fu profetessa in patria e vinse la prova di Chicago. La fuoriclasse di Beaverton rilancia così prepotente la sua candidatura e pare aver trovato le belle sensazioni di un tempo: «Oggi ho vinto in Coppa del Mondo a Caracas! Oggi mi sono davvero sentita bene con la mia scherma ed è molto bello iniziare l’anno con una vittoria!! E ora testa sulla prova a squadre di domani (oggi, ndr)». Così la stessa Zagunis ha commentato la sua gara sulla sua pagina Facebook.

La seconda certezza è tutta azzurra e si chiama Rossella Gregorio, autrice ancora una volta di una grande gara, chiusa infine al terzo posto: l’aria venezuelana sembra ispirare la campana, che per il secondo anno di fila centra il podio. Dominando (si legga così il 15-6 rifilato all’esperta Alexandra Socha negli ottavi di finale), ma anche venendo a capo di assalti risoltisi solo sul filo di lana: è il caso del derby contro la sua amica Loreta Gulotta o il quarto di finale contro la medaglia di bronzo di mosca Chen Shen, entrambe piegate per 15-14. A fermare la corsa di Rossella ci ha poi pensato la sorpresa di giornata Yijeon Seo, con il 15-12 che ha spedito l’azzurra sul gradino più basso del podio in coabitazione con la Brunet.

Per quanto riguarda le altre azzurre in gara, niente da fare per Martina Petraglia, poco fortunata nel pescare al primo assalto Mariel Zagunis, che la travolge con un netto 15-4. Fine immediata della corsa anche per Caterina Navarria (15-10 contro la Socha), mentre tanto Irene Vecchi quanto Loreta Gulotta superano il primo turno per poi alzare bandiera bianca nei sedicesimi di finale, con la toscana fermata da Ibtihaj Muhammad (15-10) e la siciliana sconfitta nel già citato derby contro la Gregorio.

Per quanto riguarda le altre big, rimane come detto giù dal podio Sofya Velikaya. Per la russa c’è comunque un quinto posto, vittima della giornata di grazia della Seo, che la batte 15-10 e le nega l’undicesimo ingresso consecutivo nel novero delle medagliate a fine gara. Male invece Olga Kharlan, che si ferma al diciassettesimo posto dopo aver perso 15-12 nel secondo assalto di giornata contro un’altra coreana, Sooyeon Choi. Poca gloria infine anche per Cecilia Berder e Anna Marton, mentre la campionessa olimpica in carica chiude al settimo posto, preceduta di una casella da Shen Chen.

Oggi si chiude con la prova a squadre, vitale per la corsa a Rio. Martina Petraglia prende il posto dell’infortunata Ilaria Bianco nel quartetto, mentre Rossella Gregorio è pronta a guidare le compagne in battaglia, galvanizzata dalla bella prova individuale. Russia, Stati Uniti, Francia e Ucraina le solite avversarie da battere, Cina e Corea pericolose mine vaganti.

Classifica – 1. Zagunis (Usa), 2. Seo (Kor), 3. Brunet (Fra), 3. Gregorio (Ita), 5. Velikaya (Rus), 6. Shen (Ch), 7. Kim (Kor), 8. Komashcuk (Ukr)

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