Mosca 2015. Italia, due Mondiali in uno

Poche gioie nell’individuale. Tre ori a squadre. Il bilancio azzurro dei Mondiali di Mosca. 

 

Un Mondiale in chiaro-scuro, dal sapore agrodolce, iniziato male e finito in gloria. Mosca 2015 si è chiuso con un bilancio più che buono per l’Italia, seconda nel medagliere dietro la Russia nonostante una prima parte decisamente sotto le aspettative.

Inutile girarci attorno, le gare individuali sono andate male, soprattutto per quel che riguarda fioretto e sciabola. Meglio, molto meglio la spada, che porta a casa una medaglia (d’oro) ma è stata a un passo da prenderne tre. La gioia più grande l’ha regalata Rossella Fiamingo, capace di bissare il titolo Mondiale conquistato un anno fa a Kazan. Un’impresa non da poco in un’arma come la spada. Vicini al podio si sono fermati anche Bianca Del Carretto (eliminata ai quarti proprio dalla Fiamingo), Enrico Garozzo e Andrea Santarelli. Per loro sensazioni miste, tra la soddisfazione (per essersi confermato su altissimi livelli il primo, per aver sfiorato un podio al suo primo Mondiale il secondo) e la delusione per due quarti di finale che non sembravano insuperabili, persi contro il numero 52 e il numero 102 del ranking. Ma al di là del rammarico per ciò che poteva essere, rimane la consapevolezza di ciò che è stato: un buon Mondiale per la spada nelle prove individuali.

Meno positive la sciabola (zero medaglie e zero atleti negli otto tra maschile e femminile) e il fioretto, dove a uscir bene dalle gare individuali è stata solo Arianna Errigo, che merita la promozione a pieni voti per un bronzo strappato con i denti e con una scherma a lei non congeniale per colpa di una condizione atletica resa precaria dal virus che ne ha condizionato la seconda metà di stagione. Delusione da Elisa Di Francisca, Valentina Vezzali e Martina Batini, out nelle 16. Nessun azzurro ai quarti nel fioretto maschile, altra delusione nei primi tre giorni di gare.

Tutt’altra musica è suonata per le prove a squadre, dove spesso si è sentito suonare l’Inno di Mameli. Tre volte, per la precisione, e in nessun caso era scontato. L’oro più bello? Difficile dirlo. Quello della sciabola maschile arriva dopo 20 anni di digiuno e porta con sé tante storie da raccontare (e noi, su Pianeta Scherma, l’abbiamo fatto). Quello del fioretto maschile profuma di riscatto, non solo per i risultati di tre giorni prima ma anche per un Europeo che dopo l’abbuffata dell’individuale aveva visto il quartetto azzurro fuori dalle semifinali. Quello del fioretto femminile sa di conferma, al termine di una stagione in cui il Dream Team ne aveva prese dalla Russia più di quante ne avesse date, salvo poi fare doppietta Europeo-Mondiale, con una gara sontuosa a Mosca.

Ci sono poi piazzamenti che non portano medaglie, ma tanta fiducia, come il quarto posto della spada maschile che arriva dopo aver battuto la Francia ai quarti. E altri che, invece, deludono, come il settimo della spada femminile, arrivata a Mosca da numero 1 al Mondo ed eliminata prima delle semifinali dalle francesi. Infine c’è il quinto posto di una sciabola femminile che non riesce a decollare, che si avvicina alle prime quattro ma non riesce a infilarcisi, che sembra sempre mancare di un centesimo per poter fare un euro, ma comunque resta in linea di galleggiamento per la qualificazione a Rio 2016. Il Mondiale di Mosca si è chiuso così, tra gioie, delusioni, certezze e dubbi. Ma una cosa è certa: l’Italia c’è, in tutte le armi.

 

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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