Spada maschile, la gara in 5 spunti

I temi e gli spunti sulla prova olimpica di spada maschile. Ecco cosa ha raccontato la gara di ieri.

 

La spada maschile ha eletto ieri nel coreano Sangyoung Park il suo nuovo campione olimpico. Ma come già accaduto per le altre gare si qui disputate, abbiamo provato ad isolare cinque sputi di riflessione e approfondimento. Ecco cosa ha raccontato la gara di ieri.

grumier

Un bronzo che vale un oro

C’è bronzo e bronzo. E se l’altro ieri quello di Olga Kharlan era intriso di amarezza e delusione, ben diversa è stata la reazione di Gauthier Grumier. Eppure partiva per l’oro anche lui. Ma in quel sorriso a 32 denti e in quell’abbraccio a bordo pedana con il tecnico Hugues Obry c’è molto di più che la gioia di una medaglia. Perché, dopo lo 0 di Londra e le prime tre gare di Rio, lo spettro di un nuovo bianco alla casella medaglie cominciava a farsi pesante. E dopo che Daniel Jerent e Yannick Borel sono stati eliminati, tutto il peso è ricaduto sul capitano. Che dopo aver subito un’altra delusione da Imre, si prende di forza il bronzo su Steffen.

steffen

Lo svizzero che non ti aspetti

Alla vigilia avevamo indicato in Max Heinzer il candidato numero 1 per succedere a Marcel Fischer nell’albo d’oro degli svizzeri campioni Olimpici. E invece, il basileese ha dovuto alzare bandiera bianca ai quarti di finale, tritato da Park. A giocarsi il podio ci è arrivato però Benjamin Steffen, spadista di buonissimo livello (capace di 8 podi in carriera) ma di certo il meno accreditato fra gli elvetici. Nel test event di aprile, proprio sulle pedane della Carioca Arena 3, aveva chiuso al secondo posto, qui purtroppo per lui non è riuscito a ripetersi fino in fondo.

enricozzo garozzo

Enrico, fra rammarico e sfortuna

Si è battuto con grande valore, il Sangyoung Park di ieri era ingiocabile pressochè per tutti. Due anni fa a Doha gli negò la prima vittoria in Coppa del Mondo, ieri ancora una volta Enrico Garozzo ha dovuto lasciare via libera allo scatenato coreano, incrociato troppo presto. Sono i giochi del ranking: Park è stato a lungo fermo per infortunio, è finito lontano in graduatoria ma troppo vicino all’orbita di Enrico qui a Rio.

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L’Ungheria dei vecchietti terribili

Se l’Ungheria ha ad oggi lo stesso numero (e qualità) di medaglie dell’Italia, lo deve ai suoi “vecchietti terribili”: ad Emese Szasz – 34 anni – oro nella spada femminile, a Geza Imre ieri andato ad un passo dall’imitare la sua collega. Rispetto alla quale ha otto anni in più. La rimonta subita da Park ha i tratti del paradosso, perché a lungo ha dominato grazie all’esperienza, tenendo a bada la foga giovanile di Park. La stessa foga che purtroppo gli è costata la medaglia. Per lui rimane la prova a squadre, da affrontare assieme a Boczko, Sonfai e Redli. Che con i suoi 33 anni è il più giovane di un gruppo che non vuole arrendersi al passare del tempo.

alshatti

Lo spadista senza bandiera

La storia di Abdel Aziz Al Ashatti ve l’avevamo raccontata prima dell’inizio delle Olimpiadi. Ieri lo spadista kuwaitiano che ha gareggiato sotto la bandiera degli Atleti Olimpici Indipendenti si è ben comportato, perdendo soltanto alla priorità contro l’ungherese Andras Redli.

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