SciabolAry, si può fare

Accesso al tabellone principale e un paio di spunti interessanti. La Errigo è già all’altezza della Coppa del Mondo. E può solo migliorare.

 

Sessantaquattresima e primi 2 punti in cascina. L’esordio di Arianna Errigo nel circuito ci Coppa del Mondo di sciabola femminile è andato ben al di là di quanto fosse logico aspettarsi: una giornata di qualifica superata senza particolari patemi d’animo (4 vittorie e 2 sconfitte in quel girone che la preoccupava per via della scarsa abitudine a tirare sulle 5 stoccate e un 15-10 nel turno dei 128) e una seconda che si è interrotta bruscamente al primo assalto della mattina, col 15-4 inflittole dalla 19enne russa Sofia Pozdniakova, campionessa del Mondo under 20 in carica.

Un match complicato, contro un’atleta giovane, ma comunque più esperta di lei, una sciabolatrice a tempo pieno, di livello e prospettiva. Arianna l’ha cominciato benissimo, parando di quarta e rispondendo a bersaglio sul primo tentativo di affondo dell’avversaria. Ed è questa, forse, la nota più lieta: la parata. Arianna ce l’ha, anche con i tempi della sciabola, ne ha messe due, il 50% del suo fatturato contro la russa, e non è poco per una che ha iniziato ad allenarsi seriamente con la nuova arma appena due mesi fa. Una sciabolatrice che para è già un passo avanti, lo si dice spesso, ed è confortante vedere che la Errigo ha già la personalità per prendersi il rischio di un controtempo a centro pedana.

I problemi maggiori, invece, sono sorti nel lavoro di gambe, dove Arianna è sembrata in difficoltà nel trovare la misura, il tempo e la profondità dell’affondo. Quell’attacco in costante e prolungata esitazione che a Erba aveva messo in difficoltà più di un’avversaria, è stato letto con relativa semplicità dalla Pozdniakova, che ha trovato il tempo per la chiusura o la parata. La Errigo è poi sembrata ancora poco rapida al momento di sciogliere misura sull’avanzata dell’avversaria.

C’è da lavorare, sì, come è logico che sia. Ma entrare nelle 64 alla prima gara internazionale, partendo da ultima del ranking e con appena due mesi di allenamenti alle spalle, è già di per sé un risultato straordinario, ancora più prestigioso della finale a otto conquistata a Erba nelle prima prova Open nazionale. L’esperimento merita di essere proseguito e incoraggiato, soprattutto se – com’è stato in questo primo scorcio di stagione – non va a detrimento dei risultati ottenuti col fioretto (una vittoria e un terzo posto individuali, due successi a squadre). D’altra parte, se si escludono Irene Vecchi, Rossella Gregorio, Loreta Gulotta (tutte e tre splendidamente dentro la finale a otto) e una promettentissima Michela Battiston, nessuna azzurra a Orléans ha fatto meglio della Errigo. I progressi già ci sono, altri ancora arriveranno. Una così, continuiamo a dirlo, merita fiducia.


CdM SD Orléans – T64 Errigo (ITA) vs… di ffescrime

 

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto Bizzi per Fie
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