Il momento della verità

Scatta dal Venezuela la nuova stagione di sciabola femminile. Ecco cosa ci potrebbe aspettare.

 

Due anni fa l’idea di rinunciare alle veterane e costruire una squadra giovane che puntasse dritta alle Olimpiadi di Rio 2016: Irene Vecchi faro e capitano, attorno lei i talenti di ragazze come Martina Petraglia, Lucrezia Sinigaglia e, soprattutto Rossella Gregorio. Un’idea chiara e precisa, quella portata avanti dal ct della sciabola azzurra Giovanni Sirovich, mai rinnegata, nemmeno a fronte delle piccole correzioni di rotta – si veda ad esempio il ritorno di Ilaria Bianco in squadra, che ha portato quel quid in più in termini di esperienza e dil ulteriore talento- apportate nel corso della scorsa stagione. E i fatti gli han dato ragione: perché il quartetto azzurro ha sempre combattuto alla pari con tutte le avversarie – Russia, Stati Uniti e Ucraina in testa – e per ben tre volte di fila è andato vicinissimo a fare il colpaccio. Da aprile arrivano le gare che contano, quelle che mettono in palio punti pesanti per la qualifica olimpica, ma intanto fare bene fin da subito darebbe il giusto slancio per il raggiungimento dell’obiettivo.

A livello individuale, l’Italia riparte dall’ottima stagione di Rossella Gregorio, chiusa con due podi in Coppa del Mondo e con la medaglia di bronzo europea. La sciabolatirce campana è stata indubbiamente la migliore delle azzurre, ma vanno citati anche i podi di Ilaria Bianco a Dakar e quello di Irene Vecchi a Chicago, senza dimenticare Lucrezia Sinigaglia, che ad Antalya è entrata per la prima volta fra le prime otto in Coppa del Mondo. Martina Petraglia è un’altra ragazza che ha tutte le carte in regola per fare bene in questa stagione.

Da ultimo, uno sguardo fuori da casa Italia: le ultime due stagioni sono state un monologo di Olga Kharlan, che ha fatto piazza pulita di trofei. La fuoriclasse dell’Est, ha corso a ritmi pazzeschi, conquistando quattro delle otto prove di Coppa del Mondo e prendendosi l’oro tanto a Strasburgo quanto a Kazan. Sarà ancora lei a partire in pole postion in questa stagione, appaiata a Mariel Zagunis. Zagunis contro Kharlan, atto ennesimo di una bellissima sfida fra chi ha tracciato la via della sciabola al femminile e che ne sta raccogliendo l’eredità.

In mezzo, le solite note: la Russia può contare su una squadra fortissima con Ekaterina Dyachenko, Yana Egoryan e – se ritorna ai suoi livelli – e una campionessa di livello assoluto come Sofya Velikaya. Al ritorno su grandi livelli della squadra francese nella passata stagione, una grossa mano l’han data proprio le sciabolatrici: Cecilia Berder ha centrato la sua prima vittoria in carriera mentre Charlotte Lembach è salita due volte sul podio. A spiccare però sono i due argenti a squadre conquistati a Strasburgo e Kazan, con le sabreuses che sono andate vicinissime a due clamorose imprese. Frutto di un mix fra l’esperienza internazionale delle già citate Berder e Lembach, e il talento di due giovani come Saoussen Boudiaf e, soprattutto,  Manon Brunet. Senza contare poi le altre ragazze che stanno facendo molto bene a livello Under 20.  Nella lotta al podio, sempre da tenere d’occhio la greca Vassiliki Vougiuoka e la campionessa olimpica Jiyeon Kim, che anche in una stagione priva di particolari acuti, ha centrato due podi e si è spesso piazzata a ridosso delle prime otto.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

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